La componente psicologica nella pratica agonistica è fondamentale.
Così come ci sono atleti molto dotati da un punto di vista fisico e talentuosi tecnicamente, ci sono sportivi formidabili da una prospettiva puramente mentale.
Ma la mente può essere allenata:
si può lavorare sulla motivazione, sull’autostima, sul riconoscimento delle proprie emozioni e fragilità, sull’individuazione delle condizioni che incrementano l’ansia e determinano una diminuzione della concentrazione, sulla gestione dell’allenamento e della gara, sulla relazione con tecnici, dirigenti o famigliari, sulla valorizzazione delle abilità. I percorsi sono individualizzati: atleti adulti o adolescenti, che praticano sport individuali o di squadra, in contesti professionistici o dilettantistici, elaborano inevitabilmente domande e bisogni psicologici diversi.
Oltre alla tradizionale modalità del colloquio, ricorro a tecniche di rilassamento e di visualizzazione, programmazione degli obiettivi, osservazione di video o allenamenti.
Per quanto l’intervento in ambito sportivo ponga dichiaratamente in primo piano il raggiungimento di risultati concreti, non ho alcuna esitazione nel subordinare tali obiettivi a quello di mantenere, o raggiungere, un equilibrio funzionale con le altre dimensioni della vita dell’atleta.